Di recente, e per puro caso, ho visto un video su Facebook che ha attirato la mia attenzione. Un bambino, di appena 8 anni, raccontava con grande orgoglio che la sua passione era la danza classica e come praticare quest’arte lo rendesse felice. Allo stesso tempo, nel suo racconto commentava che non era facile perché era l’unico ragazzo della scuola e gli altri bambini lo prendevano in giro.
Questo mi ha portata a riflettere sul perché nel 21° secolo mi aspettavo che certe cose sarebbero cambiate, progredite, che avremmo lasciato i pregiudizi da parte ma, a quanto pare, non è così.
Oltre allo sforzo necessario per doversi allenare quotidianamente, c’è anche la necessità di lottare per evitare che questo tipo di situazioni possa gravare su di loro. Forse dall’esterno può sembrare un problema minore, ma questo tipo di pressione può far desistere una persona, proprio per l’ignoranza di chi si permette di giudicare senza sapere.
A causa del sesso
Sicuramente questo è uno dei pregiudizi nel balletto che tutti noi abbiamo più presente nella nostra mente. Chi non ha visto il film Billy Elliot? E chi non ha pianto impotente al pensiero di quanto possano essere assurdi certi commenti? Se un bambino è felice di fare danza classica, perché non lasciarlo inseguire il suo sogno? Il bello dell’essere bambini è che il mondo intero è a tua disposizione e puoi diventare quello che vuoi ed è meraviglioso.
Il mondo della danza classica negli uomini è solitamente legato al loro orientamento sessuale. Sinceramente non capisco bene perché e vado oltre. E se fosse il caso? E se uno di quei ballerini fosse gay? Qual è il problema? E, per di più, perché dovremmo preoccuparci di meno della sua vita privata?
L’ignoranza, come sempre accade con il pregiudizio, è l’unica cosa che prevale. I ballerini non sono affatto deboli (cosa che spesso si usa per dire che i bambini diventano più femminili quando praticano quest’arte). La loro dedizione e il loro sforzo verso quest’arte li rende persone con una grande forza fisica e mentale.
La razza
Diciamo la verità. Se pensiamo a una ballerina, sicuramente la prima cosa che viene in mente è una donna magra, ma forte, delicata, elegante e con la pelle bianca.
Misty Copeland è diventata nel 2015 (vale a dire, molto recentemente, storicamente parlando) la prima donna afroamericana a essere promossa prima ballerina all’American Ballet Theatre. Questa compagnia di balletto ha 75 anni di storia.
Ancora più recentemente, nel 2021, la prima ballerina nera della Staatsballett di Berlino, Chloé Lopes Gomes, ha denunciato di aver subito razzismo nel suo lavoro, raccontando uno dei tanti aneddoti accaduti all’interno della scuola. Ad esempio, ha detto che la professoressa di danza doveva fare la distribuzione per La Bayadère (famoso repertorio classico di cui parlo nel mio libro: Danza Classica No Under 40-La Metodologia) e, quando è arrivata a lei, le ha detto che si rifiutava di darle il ruolo perché il velo era bianco e lei era nera. Lopes Gomes ha aggiunto che purtroppo, sebbene non le piacesse, non si è sorpresa per quello che ha vissuto perché ha subito queste molestie da quando è arrivata nella capitale tedesca.
La danza classica NON ha età
E un altro dei grandi pregiudizi, e le mie coraggiose ‘No Under’ lo sanno benissimo, è quello dell’età. Non so chi abbia deciso che il balletto debba essere praticato solo da ragazze e giovani.
Ovviamente, come dico sempre alle mie allieve perché per me l’etica è fondamentale, non mi aspetto che con il mio metodo unico al mondo, Danza Classica No Under 40, su misura per donne di 40, 50 e più anni, diventino delle professioniste in quest’arte, ma nemmeno loro. Quello che vogliono è ascoltare quella bambina interiore che da anni aspetta che il suo sogno si avveri e, ovviamente, beneficiare di tutto ciò che quest’arte può apportare, sia fisicamente che mentalmente. Loro sono il chiaro esempio che è possibile.
Certo, finché non sono arrivata qui e, soprattutto, all’inizio, per me non è stato affatto facile. Le scuole di danza classica, sempre elitarie e chiuse, mi attaccavano, intendendo che andavo contro di loro quando non è affatto così, ho semplicemente dato accesso ad un altro pubblico, un pubblico che voleva con tutto il cuore poter ballare e sono molto felice di averlo fatto. Tutto, anche i primi mesi di continui attacchi, sono valsi la pena per vedere le mie allieve felici e con un sogno realizzato.
Spero che, come è successo a me con il video di Facebook, queste parole ti portino a riflettere, a capire che la vita è una, breve e tua, solo tua. Se vuoi ballare, se hai sempre voluto provare, niente e nessuno ti fermi. Abbiamo alcuni posti liberi nelle mie lezioni, quindi l’opportunità è tua.